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Mastopessi

Nel corso degli anni alcuni fattori quali gravidanze, allattamenti, forza di gravità concorrono alla ptosi (abbassamento) della mammella. In seguito all’ invecchiamento cutaneo e alla conseguente perdita di elasticità il seno perde la sua forma, la sua consistenza e diventa cadente. 

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Con la definizione di ptosi mammaria ci riferiamo a un fenomeno legato al rilassamento della pelle del seno, con conseguente caduta della massa che lo riempie e spostamento verso il basso dell’areola. La ptosi può essere di diverso grado e viene misurata calcolando la distanza tra il punto più basso della mammella ed il solco sottomammario. Un altro parametro che viene preso in considerazione è la distanza dell’areola dal giugulo che normalmente dovrebbe mantenersi tra i 22 e i 24 cm. Lo stesso dicasi per la distanza tra il capezzolo e il solco sottomammario che normalmente non dovrebbe superare i 7 cm. Se il seno non rientra in questi parametri, compatibilmente con la corporatura della nostra paziente, ci troviamo di fronte ad una ptosi mammaria. La ptosi, può essere responsabile di un aspetto poco attraente, ma anche di disagi che a livello del solco sottomammario, soprattutto nelle stagioni calde, corrispondono a fastidiose irritazioni ed infezioni (intertrigini).

Tecnica chirurgica

Esistono svariate tecniche di chirurgia plastica. Una tecnica base, denominata “round block” prevede solo una doppia incisione attorno all’areola (da cui residuerà una sola cicatrice circolare). La utilizziamo solo nei casi di ptosi lieve. 

Nei casi più severi abbiniamo sempre la rimozione di un segmento inferiore di ghiandola con il riposizionamento del complesso areola-capezzolo in modo da ripristinare l’armonica forma del seno. Disponiamo la ghiandola residua e la cute in modo da limitare il più possibile le dimensioni delle cicatrici e, naturalmente, trasferiamo il complesso areola-capezzolo nella nuova posizione con il suo peduncolo vascolo-nervoso, in modo da evitare problemi di vascolarizzazione e di sensibilità.

Nel caso in cui quadranti superiori del seno si presentino particolarmente svuootati, abbiniamo l’intervento di mastopessi a quello di mastoplastica additiva: aggiungiamo sotto il tessuto ghiandolare una protesi per dare più volume e consistenza alla mammella. Ciò ci permette di conferire una proiezione ottimale al seno.

Le cicatrici

La qualità della cicatrice dipende tanto dall’abilità del chirurgo quanto dal processo di guarigione che è diverso da paziente a paziente.

Nel nostro caso sfruttiamo la geometria e la forma delle strutture anatomiche al fine di nascondere le cicatrici in posizioni meno visibili.

A seconda della tecnica utilizzata potranno essere presenti una, due o tre cicatrici per lato. In particolare:

a) una cicatrice intorno all’areola, sempre presente e di forma circolare che, col tempo, si confonderà con il margine di passaggio tra l’areola e la cute della mammella;

b) una cicatrice verticale, che si nasconde sotto il reggiseno ma che si vedrà mostrando il seno in topless;

c) una cicatrice nel solco sottomammario che risulterà coperta dalla mammella stessa.

Questa cicatrice, come del resto le altre due, tenderanno a schiarirsi nell’arco di 4 – 5 mesi e a confondersi con la cute limitrofa, ma la paziente non dovrà avere fretta.

Anestesia e tempi chirurgici

Nei casi di mammelle di piccole dimensioni e senza l’uso di protesi mammarie l’intervento può essere eseguito in anestesia locale. Se è necessario sollevare di parecchio il seno e rimuovere parecchio volume o se si prevede l’utilizzo di impianti mammari è senz’altro preferibile l’anestesia generale.

Tabella dei recuperi

Durata intervento

2 ore circa

Ripresa attività quotidiane

3-7 giorni

Indossare reggiseno contenitivo

30 giorni

Attività fisica intensa

30 giorni

Vantaggi

Permette risultati stabili nel tempo e miglioramenti estetici spesso eclatanti

Miglioramento delle infiammazioni a livello del solco mammario

Svantaggi

Le cicatrici, per quanto ridotte al minimo a seconda del caso, saranno sempre visibili

Risultati

Prima
Schermata 2022-04-26 alle 19.28.52
Dopo
Schermata 2022-04-26 alle 19.29.01

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Un primo incontro… virtuale

Naturalmente l’incontro fotografico che ti proponiamo non potrà mai sostituire un vero ed approfondito esame clinico, ma sarà senz’altro utile per farci un’idea della procedura che potremmo mettere in atto per arrivare al risultato che desideri.

Come produrre il materiale fotografico?

Non ti chiediamo certamente di inviarci fotografie artistiche, ma è importante che siano di buona qualità e secondo le posizioni standard esposte qui sotto. Non è necessaria la figura intera ma non vanno bene foto troppo ravvicinate. Sarebbe preferibile farti fotografare da una seconda persona ma, se devi proprio ricorrere a un selfie fotografati davanti ad uno specchio avendo cura di non nascondere la zona in questione con il tuo cellulare. L’obiettivo della fotocamera deve essere puntato verso il centro dell’inestetismo. Se puoi evita di fotografarti dal basso verso l’alto o viceversa per non deformare l’immagine.

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