Ricorda: per un autotrapianto efficace non basta essere solo performanti, ma è indispensabile anche il buon gusto italiano.
Di Ugo Majani
Un po’ di storia…
Siamo stati tra i primi ad adottare la tecnica FUE (estrazione dell’unità follicolare), quando ancora la metodica suscitava molte perplessità per via dei danni che si paventavano alle unità follicolari a causa della loro inevitabile estrazione “alla cieca” rispetto alla più accurata – così si diceva – FUSS che prevedeva l’estrazione di una striscia di cuoio capelluto e la successiva preparazione dei follicoli al microscopio. Altro problema era rappresentato dalla rasatura totale dei capelli, sgradita soprattutto al sesso femminile. Ma il vantaggio innegabile rispetto alla tecnica precedente era una minor invasività, l’assenza di cicatrici visibili, e un decorso postoperatorio decisamente migliore.
Con il passare degli anni, grazie all’adozione di idonee apparecchiature, si è arrivati a un’estrazione dei follicoli sempre più precisa e si sono raggiunti grandi numeri per quel che concerne l’impianto delle unità follicolari. Tuttavia, restava sempre il problema della rasatura totale dei capelli non gradita a molti.
Mini Fue
Qualche anno fa, abbiamo messo a punto una tecnica che prevede una rasatura solo parziale e che viene mimetizzata dai capelli immediatamente soprastanti (lasciati ovviamente molto lunghi).
Abbiamo chiamato questa tecnica “mini fue” che prevede al massimo l’estrazione e il successivo inserimento di non più di 1000 unità follicolari. È un classico intervento da “pausa pranzo” ideale per il sesso femminile, per gli uomini molto giovani con forme lievi di alopecia per i quali è necessario preservare il più possibile le riserve donatrici e nelle situazioni in cui la perdita dei capelli è dovuta non alla classica alopecia androgenetica ma a altre patologie.
La utilizziamo soprattutto nell’alopecia fibrosante frontale caratteristica delle donne in post menopausa o nelle forme cicatriziali da traumi, nelle ustioni e in tutti quei casi in cui prevediamo un attecchimento problematico dei capelli trapiantati.
Fattori di crescita piastrinica e lipofilling (trapianto di grasso)
Utilizziamo la medicina rigenerativa e le cellule staminali contenute nel grasso proprio per permettere un attecchimento ottimale dei follicoli piliferi che verranno trapiantati in un secondo momento.
Siamo orgogliosi di essere stati i primi in Italia a utilizzare il grasso come “fertilizzante” prima di procedere al trapianto di capelli in un paziente che presentava un’importante cicatrice post-traumatica del cuoio capelluto.
Tecnologia? Sì, ma senza esagerare.
Un importante aiuto nella fase di prelievo è ottenibile grazie all’uso di apparecchiature motorizzate dalle più semplici alle più sofisticate, quale il Mamba in nostra dotazione. Molto utili gli “implanters” che hanno velocizzato di molto l’innesto delle unità follicolari.
Nutro molte perplessità riguardo le apparecchiature robotizzate che dovrebbero sostituire le nostre mani: aumentano enormemente i costi dell’intervento e sono ancora lontane da raggiungere l’efficienza e la velocità di un’equipe chirurgica ben affiatata.
A proposito di buon gusto…
Essere rapidi nell’estrarre e nel trapiantare i bulbi è sicuramente molto importante. Ma non è certamente la componente principale per il raggiungimento di un risultato estetico ideale.
Per intenderci: il risultato estetico sarà molto migliore impiantando 2500 unità follicolari in modo ragionato piuttosto che metterne mille in più a caso, o quasi. Purtroppo, spinti come siamo a una non sempre sana corsa contro il tempo, impiantando sempre più unità follicolari nell’unità di tempo, capita di vedere sempre più spesso teste a forma di caschetto troppo perfette per essere vere.
Se vogliamo delle capigliature veramente naturali, è basilare che a livello dell’attaccatura frontale i capelli siano un po’ più sottili e leggermente più diradati rispetto a quelli delle file immediatamente retrostanti e ciò non sarà possibile se impiantiamo a casaccio.
Per questo ci prendiamo un po’ di tempo per differenziare i capelli estratti: i monofollicolari formati da un unico capello sottile che andranno posizionati dai bi-, i tri- e i tetrafollicolari dal fusto più spesso e coprente da trapiantare nelle aree a densità maggiore.
Un’altra cosa importantissima per un trapianto ben fatto è un accurato studio preliminare del viso del nostro paziente: una cosa è impiantare un paziente col viso tondo e i lineamenti regolari, un’altra impiantare un paziente con un viso allungato e smagrito. Non è possibile fare a tutti lo stesso disegno dell’attaccatura, dal momento che questa non è meno importante per definire una fisionomia della forma del naso o degli occhi.